mercoledì 21 marzo 2012

Come apparecchiare la tavola ; ovvero come disporre vasellame e accessori e la distribuzione dei posti.


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Dopo il primo articolo dedicato al Galateo , ovvero: Come comportarsi a tavola, vediamo come disporre il vasellame e come distribuire i posti.
Una tavola ben apparecchiata è non solo un elemento importante, ma è anche indice di buona educazione e raffinatezza e denota l’attenzione che i padroni di casa hanno verso gli ospiti.
La tavola deve avere dimensioni tali da consentire ai commensali di stare a proprio agio, ma non deve essere troppo grande perché troppa distanza tra un ospite e l’altro rischierebbe di raffreddare la conversazione.
La tavola può essere apparecchiata in maniera formale (per le occasioni importanti) o informale.
Iniziamo da quella formale.
Bisogna tener presente, innanzitutto, che la tavola non deve essere troppo ingombra, è consigliabile quindi predisporre su un qualche mobile della stanza o su di un carrello, tutto quanto necessiterà man mano durante il pranzo: i piatti di ricambio, i piattini per la frutta, per il dolce, per il formaggio, i bagnadita, le bottiglie di vino, le posate di ricambio, il pane messo in un cestino (da prendere rigorosamente con l’apposita molla) per rifornire chi ne è rimasto privo prima che costui debba chiederlo.
I piatti di portata, invece, devono provenire direttamente dalla cucina di volta in volta.
Solo la frutta fresca e secca si predispone, volendo, nella sala da pranzo, ma in modo decorativo.
Sulla tavola va posto un mollettone per attutire il rumore di piatti e bicchieri e per proteggerlo dal calore.
La tovaglia da stendere sopra il mollettone deve essere perfettamente stirata: può essere di cotone, di lino, di voile, in tinta unica o a disegni, più o meno elegante, a seconda delle occasioni, ma è fondamentale che si accordi con i piatti.
La decorazione della tavola è affidata solitamente alle composizioni di fiori o di frutta. Il centrotavola non deve essere ingombrante per non ostacolare i movimenti, i candelabri, invece, devono essere piuttosto alti per evitare che la fiamma ondeggiante non sia allo stesso livello degli occhi.
I tovaglioli devono avere la stessa tinta della tovaglia, si possono disporre sia a destra sia a sinistra del piatto, o sul piatto stesso, calcolando che lo spazio per un posto non deve essere inferiore ai 50 cm. Per pranzi non molto importanti si possono piegare artisticamente e infilare nel bicchiere.
I piatti, posati su sottopiatti o direttamente sulla tavola si dispongono a una distanza uguale l’uno dall’altro. Di norma va solo il piatto piano, il piatto fondo si mette solo in caso di minestra e le tazze per il consommé.  Se il servizio è eseguito da camerieri, si apparecchia con un solo piatto per volta. Quando invece non c’è servizio, si possono apparecchiare fino a tre piatti, per l’antipasto, il primo e il secondo.  Se i piatti sono decorati con disegni, stemmi o fregi, questi devono essere rivolti verso il bordo del tavolo. A sinistra del piatto si pone un piccolo piattino per il pane.
Quando si serve l’insalata, si può aggiungere alla sinistra di ogni commensale l’apposito piattino a mezzaluna.
Quando si serve la frutta, si mette il bagnadita posato sul piattino da frutta; ogni commensale sposta il suo dal piatto sulla tavola, a sinistra.
Il sottopiatto si toglie prima di servire il dessert. Il piatto da dolce sarà portato alla fine, immediatamente prima di servirlo.
Il numero dei piatti necessari varia secondo le portate del menù e lo stesso vale per le posate.
Una delle cose più complesse è sicuramente il modo in cui sono poste le posate. Il loro ordine segue una logica di comodità: le posate più esterne al piatto saranno quelle utilizzate prima.
Alla sinistra del piatto vanno poste le forchette, quella normale e quella da pesce: alla destra il coltello normale e quello e da pesce, con la lama rivolta verso il piatto, il cucchiaio va messo di fianco. Le posate da dessert vanno disposte orizzontalmente davanti al piatto, la forchettina con il manico volto a sinistra e il cucchiaino verso destra. Tra i due si può inserire il coltello da frutta nello stesso senso del cucchiaino.
I bicchieri vanno messi leggermente a destra del piatto davanti al coltello. Necessitano minimo due bicchieri, uno più grande per l’acqua e, alla sua destra, uno più piccolo per il vino. Se si servono più vini, il numero dei bicchieri aumenta, ma vanno sempre posti a destra di quello per l’acqua.

Per il vino rosso si usa un calice grande, per quello bianco un calice piccolo, una coppa per lo champagne.

TAVOLA APPARECCHIATA IN MODO FORMALE


Per una tavola apparecchiata in modo informale valgono buona parte delle regole su menzionate, ma con meno rigore.
La tovaglia può essere sostituita da tovagliette all’americana, una per ogni commensale, distanziando simmetricamente i posti dei vari commensali. Va da sé che anche in caso di un pranzo informale, la tovaglia o le tovagliette devono essere perfettamente pulite.
 A ciascun posto si mette un piatto, due bicchieri e le posate, il tutto diposto secondo lo schema indicato per il pranzo formale.

Anche se i piatti e i bicchieri sono di carta, non c’è ragione per cui non li si debba sistemare in modo da appagare anche la vista e rendere invitante il pranzo che si andrà a consumare. Sale, pepe, acqua  e vino non vanno concentrati in un unico punto , ma distribuiti sulla tavola. La formaggera, la si fa girare di mano in mano.

TAVOLA APPARECCHIATA IN MODO INFORMALE



Ed infine vediamo la distribuzione dei posti in rapporto anche alla posizione della cucina.
 Se gli inviati sono numerosi, sarebbe opportuno disporre un segnaposto davanti a ciascun piatto per evitare confusioni.  Bisogna alternare un uomo e una donna evitando di mettere vicini o di fronte le coppie di coniugi. Il padrone e la padrona di casa occupano i due posti a capotavola, l’uno di fronte all’altra. Alla loro destra siedono il signore e la signora più importanti, alla sinistra quelli che sono subito dopo in ordine d’importanza o di anzianità. Le altre coppie si alternano tenendo presente questa regola: i parenti, gli invitati più giovani o quelli con cui si ha maggiore confidenza sono i più distanti dai padroni di casa.

Se chi invita è una signora sola cederà il posto di capotavola all’invitato più importante; se è un signore celibe lo darà all’invitata di maggior riguardo.

Autore: Maria Antonietta Grassi